L’arte trasmette emozioni programmate?

Quando guardiamo un’opera e proviamo delle emozioni, quelle emozioni sono le stesse provate dall’artista? Sono quelle che l’artista volesse che provassimo? O sono forse quelle che lui provava ma che non voleva rientrassero nel suo lavoro? Questo articolo ipotizza che le emozioni che il pubblico prova davanti ad un’opera non solo solo frutto di empatia, ma possano essere scelte dall’artista, progettate e realizzate in modo “premeditato”. È così?

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